PROGETTO ETRUSCHI
Sulla possibile origine anatolica degli Etruschi
Sul territorio dell’Italia centrale definibile come Tirrenide (Toscana, Umbria occidentale e alto Lazio), durante il primo millennio a.C., come noto, si insediò una popolazione che poi per le sue caratteristiche culturali venne definita Etrusca.
L’origine di questo popolamento temporalmente ascrivibile alla transizione fra l’età del Bronzo e quella del Ferro, è stato a lungo oggetto di interesse, di ricerche e di ipotesi diverse da parte di studiosi come Merske Cristofani, Donati, Pacciani ed altri. Una delle ipotesi più recenti, e da noi promossa, è che la popolazione etrusca si sia originata da ondate migratorie di popolazioni provenienti dalla Regione Anatolica motivate dalla ricerca di metalli ferrosi abbondandemente affioranti nell’isola d’Elba e in Toscana.
A parte le fonti storiche e la documentazione paleoantropologica e archeologica (Cocchi Genick, 2008; Ahmet et al., 2008; Serino, 2008; Donati, 2008) un modo scientificamente corretto e attuale per documentare questa originaria parentela fra le popolazioni anatoliche e quelle etrusche, è l’analisi comparata del DNA reperibile nei resti scheletrici di queste due popolazioni. Il laboratorio di Antropologia Molecolare dell’Università di Firenze è attualmente all’avanguardia nel condurre ricerche sul DNA antico.
Il Laboratorio di Archeoantropologia, Soprintendenza per Beni Archeologici della Toscana, con l’appoggio del Prof. Mallegni dell’Univeristà di Pisa, costituiranno un insostituibile punto di riferimento per le analisi bioantropologiche.
Un’altra possibilità è quella di comparare le caratteristiche del DNA delle popolazioni residuali attualmente presenti in alcune zone dell’Anatolia e dell’Etruria. Ricerche rilevanti su questo secondo aspetto (popolazioni attuali) sono state affrontate da studiosi italiani (Piazza, 1991; Vernesi et al., 2002; Achilli et al., 2007).
Oltre ad una coordinata collaborazione fra le Università Toscane (Firenze, Pisa e Siena, università Emiliane), accordi di cooperazione già esistono con il Dipartimento di Antropologia dell’Università di Ankara (Turchia) e con il Laboratorio di Antropologia Molecolare dell’Università della Pensilvania (USA).
A parte l’attiva collaborazione con l’Università di Ankara per il reperimento di campioni di resti subfossili di queste popolazioni anatoliche e delle residuali popolazioni al fine di comparare il loro DNA con quello delle popolazioni etrusche, è nostro intendimento sviluppare una ricerca diacronica, archeologica e molecolare, su un territorio certamente abitato da popolazioni originariamente etrusche in Toscana.
Il progetto è sponsorizzato dall’Istituto e chi fosse genuinamente interessato a parteciparvi, può contattare per e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
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Gli Etruschi in un convegno all’Associazione Giovanni Papini
Nel pomeriggio di mercoledì 30 marzo 2011, presso la sede dell’Associazione Culturale Giovanni Papini, situata all’interno dell’Hotel Mediterraneo (Firenze), si è svolto con il patrocinio del Comune di Firenze, dell’UNESCO e dell’ International Institute of Humankind Studies l’incontro “Etruschi. Teoria antropologica delle origini anatoliche e antica via del ferro”.
L’appuntamento, presentato dal Presidente dell’Associazione Papini, Luigi Ciampolini, si è svolto all’insegna dell’illustrazione di nuovi scavi e scoperte inerenti alla prestigiosa Civiltà Etrusca, madre del popolo della nostra amata terra di Toscana.
All’inizio è stato proiettato il documentario di Massimo Becattini dal titolo “Etruria sconosciuta. Gli Etruschi a Nord dell’Arno. La presenza degli Etruschi nei territori della piana di Firenze, Prato, Pistoia …” mentre, successivamente, l’Ing. Pietro Berna, Vice Presidente dell’Associazione Papini, nel ricordare le finalità di promozione culturale dell’Associazione stessa, ha introdotto i successivi interventi.
È stata quindi la volta di Gianfranco Bracci, scrittore di itinerari archeologici, il quale ha descritto le caratteristiche della cosiddetta “Via del ferro”; in seguito, Brunetto Chiarelli, antropologo e Presidente dell’ International Institute of Humankind Studies, ha presentato il volume Dal Bronzo al Ferro: Sulla possibile origine Anatolica degli Etruschi (www.edizionialtravista.com/catalog/bronzo-ferro-p-35.html?osCsid=g83dbja27lu3tuuqp2aurgqil1) tramite l’ausilio di alcune interessanti immagini; Marco Masseti, paleozoologo dell’Università di Firenze, ha concentrato la sua esposizione sul tema degli elementi zoologici e zoomorfici del Vicino Oriente nei corredi artistici della tomba della “Montagnola”, necropoli etrusca di Quinto Fiorentino del VII secolo a.C.; Agostino Vannini, esperto di tecnologie minerarie, ha delineato le tecniche metallurgiche degli Etruschi; Francamaria Raggi, storica, ha illustrato il percorso dei Tirreni dall’Anatolia, precisamente da Poliochni, alla Toscana; infine Davide Biosa, studioso del linguaggio dell’Università di Firenze, ha messo in luce le somiglianze di alcuni termini linguistici della nostra terra con altri dell’area anatolica.
A chiudere l’incontro è stata la Prof.ssa Stringa, Presidente dei Centri UNESCO, la quale, introdotta dal Presidente Ciampolini, ha posto l’accento sull’importanza di tali studi.
Luca Lepori
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